«Abbiamo selezionato alcuni Canti dell’Inferno di Dante sui quali abbiamo poi lavorato. Si tratta di uno spettacolo itinerante grazie al supporto del progetto Link Theatre, della produzione e dell’Estate Romana. Mi piaceva l’idea di ritornare agli albori con 12 attori professionisti in una visione contemporanea del teatro». È il regista Silvio Peroni a dirigere alla Link Campus University lo spettacolo teatrale Inferno, sessanta minuti di suggestiva poesia in scena nei giardini dell’università in un’atmosfera ancestrale e misteriosa. Qui la prima delle tre Cantiche della Divina Commedia di Dante Alighieri rivive ed è resa attuale dall’interpretazione dei giovani talenti che ne recitano magistralmente i versi come in un’opera corale ma, allo stesso tempo, intima e introspettiva. Ci sono sfumature che ricordano Samuel Beckett ed Eugène Ionesco nella mise en scène di Peroni, la cultura dei drammaturghi britannici, la riproduzione fedele all’originale di un grande classico della letteratura italiana approcciato con l’intento di dare un peso estetico alle parole.
Sussurrate, ripetute, pronunciate ad alta voce e vissute anima e corpo dagli spiriti erranti del girone infernale alla ricerca di una via d’uscita verso il Paradiso. «Ho frequentato molto Dante grazie al mio storico maestro Vito Cipolla, ex allievo di Orazio Costa, e negli anni Alighieri è ritornato anche in un festival di poesia che dirigevo a Capalbio, insieme a Stefano De Sando, dove ho lavorato con Arnoldo Foà. Volevo che lo spettacolo fosse itinerante perché il vero protagonista è lo spettatore. Perché Dante racconta qualcosa di troppo alto che sarebbe quasi un azzardo descrivere con le immagini. A mio avviso i più grandi artisti, penso a William Blake, attraverso la pittura non sono riusciti a dare forza a quell’immagine infernale che descrive il poeta.», spiega Peroni, che aggiunge «Un lavoro musicale, con componimenti che seguono in modo melodrammatico i Canti. Gli attori lavorano con varie voci che si intersecano tra di loro. Lo spettatore sente arrivare al suo orecchio l’universo dantesco e ne diventa pellegrino e viaggiarore. Il verso è talmente forte che non era il caso di fare una parafrasi perché, per citare Ennio Flaiano, ne avrebbe sminuito il valore narrativo e il potenziale immaginifico. Abbiamo cercato di prenderci il mondo di Dante per trasmetterlo al pubblico che ne diventa attore. Dietro lo scrittore c’è una ferrea logica narrativa che abbiamo fatto emergere parola per parola affinché venisse compresa e vista ogni sensazione provata dall’interlocutore davanti agli ignavi, ai suicidi o al diavolo stesso.
Da chi ascolta e da chi osserva. Come diceva Dante, “nol dimandar, lettor, ch’i’ non lo scrivo”». Lo spettacolo a ingresso gratuito sarà visibile fino al 2 agosto presso la sede universitaria al Casale San Pio V, dal martedì al venerdì alle ore 21.15, nell’ambito delle iniziative dell’Estate Romana. Inoltre, il nuovo progetto del Centro Ricerca Link Theatre è stato realizzato con il contributo di Roma Capitale e in collaborazione con Siae. «Ogni essere umano, non è un’esclusiva dell’artista, ha uno stile, quindi lo stile di una regia non è il punto di partenza e sarebbe anche di difficile descrizione. Risulta, invece, più naturale raccontare su cosa si concentra la regia e il lavoro attoriale. La relazione fra la parola e la sua musicalità, il suo ritmo e le immagini che crea. Certamente le immagini ricreate devono essere prima viste e percepite dagli interpreti, se non, addirittura, vissute», conclude il regista. Gli attori, dopo la residenza artistica tenuta da Peroni in collaborazione con Filippo Lilli per la sonorizzazione teatrale e Alessandra Lanciotti per i movimenti scenici, hanno debuttato ieri sera nel parco della Link. Applausi per Viviana Altieri, Gabriele Anagni, Francesco Cotroneo, Grazia Capraro, Alessia D’Anna, Paolo Marconi, Luca Mascolo, Francesca Melluso, Daniele Paoloni, Giorgio Sales, Giulia Tomaselli, Federica Valloni, tutti emozionati e soddisfatti per la prima.
Fonte: Il Messaggero