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Eu dialogues: coinvolgimento dei cittadini, riforme dei trattati e prospettive dell’Unione europea

Il coinvolgimento dei cittadini europei nel percorso di integrazione dell’Unione europea, la riforma dei trattati per poter affrontare le sfide attuali e future dello spazio europeo. Sono questi alcuni dei punti emersi alla conferenza “Eu dialogues/dialoghi sull’Unione europea” organizzata martedì 9 maggio dall’Università degli studi Link in occasione della Giornata dell’Europa.
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Il coinvolgimento dei cittadini europei nel percorso di integrazione dell’Unione europea, la riforma dei trattati per poter affrontare le sfide attuali e future dello spazio europeo. Sono questi alcuni dei punti emersi alla conferenza “Eu dialogues/dialoghi sull’Unione europea” organizzata martedì 9 maggio dall’Università degli studi Link in occasione della Giornata dell’Europa.

La conferenza ha affrontato anche l’analisi e la narrazione della storia dell’UE e le sue politiche attraverso il cinema, il delicato tema dei discorsi di odio contro e nelle religioni, il ruolo dell’Europa e della società civile per promuovere la pace e infine uno sguardo all’attualità del Manifesto di Ventotene, uno dei testi fondanti dell’Unione europea.

La conferenza è stata l’occasione per presentare i progetti realizzati dall’Università degli studi Link dedicati all’Europa e promossi da EURACTIV ITALIA sia con articoli dedicati, video e diffusione sui canali social:

EUlink, progetto coordinato dal professor Giorgio Grimaldi e volto all’inserimento strutturale dell’educazione alla cittadinanza attiva multilivello europea nel sistema scolastico italiano; Ciak-EU! coordinato dal professor Filippo Maria Giordano incentrato a trasmettere la storia del processo di integrazione europea e le politiche dell’UE attraverso il cinema e l’audiovisivo; FreeBeri, progetto europeo, coordinato dalla professoressa Silvia Cristofori, sulle connessioni fra diritto all’informazione e libertà di religione; EDCSEU, coordinato sempre dal professor Grimaldi, e incentrato sullo studio degli europartiti e del loro impatto sulle istituzioni europee e sulla società europea.

Rendere l’Unione Europea uno spazio civico

All’evento ampio spazio è stato al tema della costruzione di uno spazio civico europeo non solo per aumentare la consapevolezza dell’importanza dell’UE, ma anche per coinvolgere i cittadini nel processo stesso di integrazione europea. All’argomento è stata dedicata una sessione specifica: “L’UE come spazio civico del presente”.

Nel dibattito si sono confrontati: il direttore dell’Ufficio informazioni del Parlamento europeo in Italia Carlo Corazza; l’ambasciatore Maurizio Melani professore straordinario di Relazioni internazionali all’Università degli studi Link, già direttore generale per la promozione del sistema Paese al ministero degli Esteri; l’europarlamentare Beatrice Covassi del gruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D); Paolo Ponzano docente al Collegio europeo di Parma e visiting fellow allo European University Institute; Lorenzo Vai, dell’Unità di analisi, programmazione, statistica e documentazione storica del ministero degli Affari esteri.

Il panel ha affrontato alcuni dei temi al centro del modulo Jean Monnet “Europartiti, democrazia e società civile nell’Unione europea” (EDCSEU) che, come sottolineato dal professor Grimaldi approfondisce i tre aspetti dell’integrazione UE: la storia delle famiglie politiche europee e dei partiti politici europei; il tema della società civile; il tema delle riforme democratiche.

In una dichiarazione rilasciata a EURACTIV Italia, Corazza ha affermato: “Il parlamento europeo chiede un’agenda di riforme ambiziosa, l’ha chiesta la presidente Roberta Metsola chiudendo la conferenza sul futuro dell’Europa”.

“Noi – ha aggiunto Corazza – vogliamo anche dei cambiamenti dei trattati per lavorare di più e avere più valore aggiunto insieme a livello europeo”.

Secondo Corazza i cittadini “chiedono un’Europa più democratica”, con un ruolo ancora più centrale ed efficace del Parlamento europeo e che quindi “abbia ancora più strumenti per rispondere alle crisi e alle sfide che dobbiamo affrontare”.

Durante il dibattito, l’europarlamentare Beatrice Covassi del gruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D), ha sottolineato: “Mai come oggi le parole di Jean Monnet sull’Europa che si farà nelle crisi sono di attualità”.

“Di fronte alle grandi crisi ci siamo rafforzati, non ci siamo indeboliti”, ha osservato l’europarlamentare citando la risposta dell’Ue durante la pandemia di Covid-19. “La nostra unione sta andando verso una dimensione di maggiore consapevolezza”, ha aggiunto l’europarlamentare. Per la deputata europea del gruppo S&D l’anello mancante resta l’Europa politica e il coinvolgimento dei cittadini. “La partecipazione attiva nella vita europea dei cittadini significa dare corpo a politiche concrete, dare corpo e concretezza a una visione dell’Europa”, ha affermato.

Sulla partecipazione attiva dei cittadini si è espresso anche l’ambasciatore Melani che nel suo intervento ha affrontato il percorso del concetto di cittadinanza europea. Un salto molto importante si avrà quando potremmo avere dei veri e propri partiti politici europei in senso stretto”, ha sottolineato Melani, parlando anche alla luce delle elezioni europee che si terranno nel 2024. Per Melani questa percezione di una Europa che ha un suo “demos” è importante per la proiezione internazionale dell’Europa.

Il professor Ponzano ha invece sottolineato la necessità di una riforma dei trattati da parte dell’UE per poter rispondere alle crisi. Come osservato dal docente, infatti, le crisi che ha affrontato in questi anni lo spazio europeo – debiti sovrani, il fenomeno migratorio, la pandemia e la crisi energetica provocata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – sono state affrontate con strumenti non previsti dai trattati. “Queste sono quattro delle materie oggetto di una riforma dei trattati per far fronte a problemi che non erano previsti allora e che ora sono diventati una necessità”, ha sottolineato Ponzano.

Il cinema e il processo di integrazione europea

All’evento “Eu dialogues/dialoghi sull’Unione europea” si è parlato anche del ruolo del cinema nel trattare le tematiche care all’Unione Europea come la lotta ai cambiamenti climatici e la protezione dell’ambiente. Ricercatori e docenti si sono confrontati sull’importanza del cinema nell’ambito delle prospettive europee sulla sostenibilità nel dibattito dal titolo “Ecocinema: prospettive europee sulla sostenibilità, a cinquant’anni dal programma di azione per l’ambiente”.

L’Università degli studi Link dedica alla storia del processo di integrazione europea e alle politiche dell’UE attraverso il cinema e il mondo audiovisivo, uno specifico modulo: “Europe Across the Movie: History, Identity, and Politics (Ciak-EU!).

Come sottolineato a EURACTIV dal professor Filippo Maria Giordano, CIAK EU! cerca di ripercorrere la storia dell’integrazione europea, individuare gli ideali che costituiscono l’identità europea e di analizzare le politiche dell’UE attraverso l’uso degli audiovisivi e del cinema. Il progetto mira anche a interagire con la società civile, il mondo dello spettacolo, del cinema e dell’arte in generale, nonché i settori della comunicazione e della politica.

I discorsi di odio, una sfida per il futuro dell’Europa

Legato al modulo Jean Monnet “Freedom of Belief and Right to Information – FreeBeRI”, curato dalla professoressa Silvia Cristofori, il panel dal titolo “Discorsi di odio e teorie del complotto contro e nelle religioni. Una sfida per il futuro dell’Europa”.

Al dibattito sono intervenuti: Michael Hagemeister, storico e slavista tedesco già docente presso la Ruhr University; Alberto Melloni segretario della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII (FSCIRE) e membro del gruppo dei principali consulenti scientifici della Commissione europea; Josefin Graef ricercatrice presso la Aston University.

In una dichiarazione a EURACTIV, la professoressa Silvia Cristofori ha sottolineato l’importanza di dedicare spazio a livello accademico – soprattutto nell’ambito degli studi sulle religioni – ai temi dei discorsi di odio e delle teorie cospirazioniste. In particolare, secondo la docente, gli studi storico critici sono parte dei valori democratici e rappresentano uno strumento di cittadinanza attiva che l’UE deve infondere, incoraggiare e disseminare.

La conferenza ha affrontato anche il tema della politica estera dell’Unione europea e il suo ruolo nel mantenimento della pace con una sessione dedicata dal titolo “Pace, società civile e politica estera dell’Unione europea: i corpi civili di pace”. Al panel sono intervenuti Paolo Bergamaschi ex consigliere per gli affari esteri del Parlamento europeo, Andrea Cofelice dell’Area analisi e studi del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Maurizio Simoncelli vicepresidente e cofondatore dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo.

A chiudere la giornata, il dibattito “Cinema&Europa: l’attualità del Manifesto di Ventotene, a ottant’anni dalla nascita del Movimento federalista europeo (1943-2023) che ha visto la proiezione del documentario “Luciano Bolis dalla Resistenza all’Europa” di Salvatore Vento.

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